Barzanò: 'un uomo legato alla vita', così i familiari parlano di Giorgio Franceschini, suicida forse per problemi economici
L'ultimo ad averlo visto nella serata di domenica, è stato il figlio, che ha trascorso diverse ore in sua compagnia, sino alla mezzanotte. Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo di lì a qualche ora.
Forse in quegli istanti Giorgio Franceschini, il 69enne trovato senza vita nella sua abitazione di Via Manara a Barzanò, aveva già deciso di farla finita.
Proprio lunedì mattina sarebbe dovuto arrivare l'ufficiale giudiziario per notificargli per la seconda volta, lo sfratto esecutivo.
E a distanza di qualche ore dal tragico rinvenimento del suo corpo ormai privo di vita, sembra prendere piede con sempre più forza l'ipotesi che siano stati proprio i suoi problemi economici a spingerlo a mettere in atto quel tragico gesto.
Stamani il paese si è svegliato incredulo dopo aver appreso la notizia. Franceschini era una persona riservata, ma piuttosto conosciuta e benvoluta a Barzanò, dove era nato e cresciuto.
Una vita fatta di lavoro: dapprima in alcune strutture turistiche all'estero dopo aver frequentato l'alberghiero. Poi la lunga esperienza all'ex Longoni sport come tecnico: era addetto alla manutenzione degli sci. Infine, dopo la chiusura dello storico punto vendita di Via Garibaldi, due anni trascorsi al negozio Barba Sport di Rovagnate, per poi godersi la meritata pensione.
Una persona tranquilla, che all'esterno appariva educata e sorridente, ma che dentro di sè evidentemente, portava un peso che ieri mattina non ha più retto. La decisione di togliersi la vita, forse per non affrontare nuovamente quella visita, dell'ufficiale giudiziario, che già un paio di mesi fa aveva bussato alla sua porta, in Via Manara, per liberare l'appartamento che occupava da diversi anni.
Non sono escluse altre ipotesi, ma la verità purtroppo era soltanto lui a conoscerla.
In un biglietto le scuse rivolte ai familiari, soprattutto al figlio: ''per l'ennesima volta faccio una cazzata'' avrebbe poi scritto. Non una parola in più invece, sulle motivazioni alla base di quel tragico gesto.
Sconvolta la famiglia, in particolare il figlio, i fratelli e l'ex moglie, che proprio in queste ore stranno cercando di mettere assieme i ricordi degli ultimi istanti trascorsi con il 69enne, per comprendere cosa possa essere accaduto di così grave per spingerlo a tanto.
''Sapevamo che aveva qualche problema economico, ma non immaginavamo che sarebbe potuta succedere una cosa simile'' ci ha spiegato questa mattina l'ex moglie, dalla quale si era separato una decina di anni fa. ''Stiamo cercando a fatica di capire, ma quello che è certo è che Giorgio era una persona molto legata alla vita''.
Esclude tuttavia che la decisione di farla finita possa essere dovuta allo sfratto, questione di cui peraltro i familiari non erano a conoscenza: nemmeno del primo episodio, avvenuto diverse settimane fa. ''Non credo che fosse soltanto quello, può essere stata piuttosto la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Avremmo potuto trovare una soluzione insieme, aveva la sua famiglia e suo figlio disposti a dargli una mano''.
Piuttosto alla base del tragico gesto secondo l'ex moglie ci potrebbe essere stata una condizione di generale sofferenza,
acuita dai problemi economici. ''Forse era depresso, anche se non ci risulta fosse in cura. Nostro figlio erano mesi che gli chiedeva se ci fossero dei problemi, ma lui non ne parlava. Domenica hanno trascorso la serata insieme ed era normale, come sempre. La mattina dopo invece, è successo quel che sappiamo''.
Dal punto di vista affettivo invece, Giorgio Franceschini era da un paio d'anni single, dopo una relazione durata circa un decennio.
Una tragica vicenda che ha sconvolto l'intero paese, tanto i familiari quanto le istituzioni che solo nell'ultimo periodo erano venute a conoscenza della condizione di emergenza abitativa in cui versava Franceschini.
Qualche settimana fa, alla visita dell'ufficiale giudiziario, il 69enne aveva preso la sua pistola, regolarmente detenuta, minacciando di farla finita. Lo sfratto quindi, era stato posticipato di qualche settimana.
A quel punto l'ufficio servizi sociali del comune di Barzanò ha preso contatti con lui, prospettandogli alcune soluzioni.
''Cercavamo di contattarlo spesso per fargli sentire la nostra presenza, ma era abbastanza sfuggente, non ha mai ricercato in prima persona il nostro aiuto'' ha spiegato il sindaco Giancarlo Aldeghi. ''Ultimamente però ci aveva detto di aver trovato una soluzione provvisoria da un amico. Addirittura pare che stesse già imbiancando i locali e fosse prossimo al trasferimento. Da parte nostra abbiamo fatto il possibile, ma non ci aspettavamo certamente un epilogo simile''.
Ieri mattina invece, quando l'ufficiale giudiziario ha suonato il campanello, nessuno ha risposto. E' stato necessario chiamare i carabinieri che, con l'ausilio di un fabbro, sono riusciti ad entrare nell'appartamento. Qualche istante più tardi, la macabra scoperta.
Forse in quegli istanti Giorgio Franceschini, il 69enne trovato senza vita nella sua abitazione di Via Manara a Barzanò, aveva già deciso di farla finita.

L'abitazione di Via Manara dove risiedeva Franceschini
E a distanza di qualche ore dal tragico rinvenimento del suo corpo ormai privo di vita, sembra prendere piede con sempre più forza l'ipotesi che siano stati proprio i suoi problemi economici a spingerlo a mettere in atto quel tragico gesto.
Stamani il paese si è svegliato incredulo dopo aver appreso la notizia. Franceschini era una persona riservata, ma piuttosto conosciuta e benvoluta a Barzanò, dove era nato e cresciuto.
Una vita fatta di lavoro: dapprima in alcune strutture turistiche all'estero dopo aver frequentato l'alberghiero. Poi la lunga esperienza all'ex Longoni sport come tecnico: era addetto alla manutenzione degli sci. Infine, dopo la chiusura dello storico punto vendita di Via Garibaldi, due anni trascorsi al negozio Barba Sport di Rovagnate, per poi godersi la meritata pensione.
Una persona tranquilla, che all'esterno appariva educata e sorridente, ma che dentro di sè evidentemente, portava un peso che ieri mattina non ha più retto. La decisione di togliersi la vita, forse per non affrontare nuovamente quella visita, dell'ufficiale giudiziario, che già un paio di mesi fa aveva bussato alla sua porta, in Via Manara, per liberare l'appartamento che occupava da diversi anni.
Non sono escluse altre ipotesi, ma la verità purtroppo era soltanto lui a conoscerla.
In un biglietto le scuse rivolte ai familiari, soprattutto al figlio: ''per l'ennesima volta faccio una cazzata'' avrebbe poi scritto. Non una parola in più invece, sulle motivazioni alla base di quel tragico gesto.
Sconvolta la famiglia, in particolare il figlio, i fratelli e l'ex moglie, che proprio in queste ore stranno cercando di mettere assieme i ricordi degli ultimi istanti trascorsi con il 69enne, per comprendere cosa possa essere accaduto di così grave per spingerlo a tanto.
''Sapevamo che aveva qualche problema economico, ma non immaginavamo che sarebbe potuta succedere una cosa simile'' ci ha spiegato questa mattina l'ex moglie, dalla quale si era separato una decina di anni fa. ''Stiamo cercando a fatica di capire, ma quello che è certo è che Giorgio era una persona molto legata alla vita''.
Esclude tuttavia che la decisione di farla finita possa essere dovuta allo sfratto, questione di cui peraltro i familiari non erano a conoscenza: nemmeno del primo episodio, avvenuto diverse settimane fa. ''Non credo che fosse soltanto quello, può essere stata piuttosto la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Avremmo potuto trovare una soluzione insieme, aveva la sua famiglia e suo figlio disposti a dargli una mano''.
Piuttosto alla base del tragico gesto secondo l'ex moglie ci potrebbe essere stata una condizione di generale sofferenza,

I carabinieri davanti al municipio barzanese
Dal punto di vista affettivo invece, Giorgio Franceschini era da un paio d'anni single, dopo una relazione durata circa un decennio.
Una tragica vicenda che ha sconvolto l'intero paese, tanto i familiari quanto le istituzioni che solo nell'ultimo periodo erano venute a conoscenza della condizione di emergenza abitativa in cui versava Franceschini.
Qualche settimana fa, alla visita dell'ufficiale giudiziario, il 69enne aveva preso la sua pistola, regolarmente detenuta, minacciando di farla finita. Lo sfratto quindi, era stato posticipato di qualche settimana.
A quel punto l'ufficio servizi sociali del comune di Barzanò ha preso contatti con lui, prospettandogli alcune soluzioni.
''Cercavamo di contattarlo spesso per fargli sentire la nostra presenza, ma era abbastanza sfuggente, non ha mai ricercato in prima persona il nostro aiuto'' ha spiegato il sindaco Giancarlo Aldeghi. ''Ultimamente però ci aveva detto di aver trovato una soluzione provvisoria da un amico. Addirittura pare che stesse già imbiancando i locali e fosse prossimo al trasferimento. Da parte nostra abbiamo fatto il possibile, ma non ci aspettavamo certamente un epilogo simile''.
Ieri mattina invece, quando l'ufficiale giudiziario ha suonato il campanello, nessuno ha risposto. E' stato necessario chiamare i carabinieri che, con l'ausilio di un fabbro, sono riusciti ad entrare nell'appartamento. Qualche istante più tardi, la macabra scoperta.
G. C.