Barzanò: al cimitero sono sepolti anche il garibaldino Beretta, uno dei ''Mille'' e Maggioni, bigattiere di fiducia del Manzoni
Non solo Monsignor Carlo Colli, nunzio apostolico in Germania durante il regime nazi-fascista. Il cimitero di Barzanò conserva le spoglie di un altro personaggio storico, la cui fama è probabilmente sconosciuta ai più. Si tratta di Giovanni Maggioni, bigattiere di Alessandro Manzoni, celebre scrittore milanese che scrisse i Promessi Sposi, ambientati nella ''nostra'' Lecco.
A svelarci questa curiosità storica - dopo aver letto il precedente articolo dedicato appunto alle sepolture illustri nei cimiteri del casatese - è stato Arturo Morati, docente alla scuola media di Barzanò, ma soprattutto collezionista e appassionato di storia locale.
Addetto all'allevamento dei bachi da seta, Maggioni era originario della frazione barzanese di Torricella, dalla quale - secondo le informazioni storiche reperite - si muoveva quasi quotidianamente alla volta della villa di proprietà della famiglia Manzoni a Brusuglio di Cormano, nel milanese. Una dimora che lo scrittore e la madre, Giulia Beccaria, acquistarono nei primi anni dell'Ottocento e che ben presto si trasformò in un vero e proprio rifugio per Alessandro. Proprio a Brusugliò Manzoni si ritirò nel 1821, in seguito ai primi arresti per i moti carbonari e proprio lì, due anni più tardi, diede inizio alla prima stesura dei Promessi Sposi, che va sotto il nome di "Fermo e Lucia" e che venne pubblicata solo dopo la sua morte.
Oltre alla lavorazione dei bachi da seta, Giovanni Maggioni si occupava di mostrare la splendida dimora milanese e le sue pertinenze agli ospiti. Negli anni trascorsi al Brusuglio entrò quindi in contatto con i più celebri letterati che si recavano in visita da Manzoni.
Le informazioni sul bigattiere, morto nel 1883 all'età di 80 anni, sono veramente scarne. Il suo ricordo è affidato ad una lapide affissa all'ingresso della parte più antica del camposanto barzanese. Le scritte sono ormai quasi illeggibili: solo un occhio particolarmente attento è in grado di notare il nome di Alessandro Manzoni, citato nel monumento.
Ma non è finita qui: a Barzanò è sepolto pure Giacomo Beretta, garibaldino che prese parte alla Spedizione dei Mille. Nato in paese il 13 giugno 1838, combattè nello storico conflitto, tanto che sulla tomba di famiglia è ricordata - per quel che si può vedere - la celebre impresa bellica, in particolare lo storico sbarco a Marsala, al quale anche il barzanese prese parte.
Uscito praticamente incolume dalla battaglia, tornò nel comune d'origine per poi trasferirsi a Milano, dove proseguì la propria esistenza svolgendo la professione di impiegato. Parecchi dei suoi cimeli militari sono stati lasciati in eredità al Comune di Barzanò, tanto da essere oggetto di studi da parte dello stesso Morati. Pregevole, dal punto di vista architettonico, la tomba di famiglia nel quale riposano le sue spoglie e quelle dei parenti, arricchita da un mosaico dorato. Peccato solo che l'edera, cresciuta rigogliosa, copra le scritte incise sul monumento in ricordo del garibaldino, il cui nome figura pure nella sezione del museo civico di Como dedicato a Garibaldi.
Non si hanno invece notizie del generale Luciano Merlo, morto nel 1909 a 68 anni; anche la sua tomba è presente all'interno dell'ala più antica del cimitero barzanese. Avvolta da edera e muschi, negli anni è stata pure sottratta la sua fotografia. La sua identità è tuttavia avvolta nel mistero: non vi sono informazioni certe sulle ''imprese'' di quello che è stato presumibilmente un militare, originario o comunque residente per un lasso di tempo, a Barzanò.
Un'altra serie di curiosità storiche probabilmente sconosciute ai più. Ribadiamo l'invito, rivolto ai lettori, a segnalarci altre eventuali ''presenze'' nell'intero territorio, che potrebbero esserci sfuggite utilizzando i consueti canali:
redazione@casateonline.it (email) e 340/9574011 (whatsapp).
A svelarci questa curiosità storica - dopo aver letto il precedente articolo dedicato appunto alle sepolture illustri nei cimiteri del casatese - è stato Arturo Morati, docente alla scuola media di Barzanò, ma soprattutto collezionista e appassionato di storia locale.
La lapide di Giovanni Maggioni
Addetto all'allevamento dei bachi da seta, Maggioni era originario della frazione barzanese di Torricella, dalla quale - secondo le informazioni storiche reperite - si muoveva quasi quotidianamente alla volta della villa di proprietà della famiglia Manzoni a Brusuglio di Cormano, nel milanese. Una dimora che lo scrittore e la madre, Giulia Beccaria, acquistarono nei primi anni dell'Ottocento e che ben presto si trasformò in un vero e proprio rifugio per Alessandro. Proprio a Brusugliò Manzoni si ritirò nel 1821, in seguito ai primi arresti per i moti carbonari e proprio lì, due anni più tardi, diede inizio alla prima stesura dei Promessi Sposi, che va sotto il nome di "Fermo e Lucia" e che venne pubblicata solo dopo la sua morte.
Oltre alla lavorazione dei bachi da seta, Giovanni Maggioni si occupava di mostrare la splendida dimora milanese e le sue pertinenze agli ospiti. Negli anni trascorsi al Brusuglio entrò quindi in contatto con i più celebri letterati che si recavano in visita da Manzoni.
La tomba dove riposano le spoglie di Giacomo Beretta
Le informazioni sul bigattiere, morto nel 1883 all'età di 80 anni, sono veramente scarne. Il suo ricordo è affidato ad una lapide affissa all'ingresso della parte più antica del camposanto barzanese. Le scritte sono ormai quasi illeggibili: solo un occhio particolarmente attento è in grado di notare il nome di Alessandro Manzoni, citato nel monumento.
Ma non è finita qui: a Barzanò è sepolto pure Giacomo Beretta, garibaldino che prese parte alla Spedizione dei Mille. Nato in paese il 13 giugno 1838, combattè nello storico conflitto, tanto che sulla tomba di famiglia è ricordata - per quel che si può vedere - la celebre impresa bellica, in particolare lo storico sbarco a Marsala, al quale anche il barzanese prese parte.
I dettagli del monumento
Uscito praticamente incolume dalla battaglia, tornò nel comune d'origine per poi trasferirsi a Milano, dove proseguì la propria esistenza svolgendo la professione di impiegato. Parecchi dei suoi cimeli militari sono stati lasciati in eredità al Comune di Barzanò, tanto da essere oggetto di studi da parte dello stesso Morati. Pregevole, dal punto di vista architettonico, la tomba di famiglia nel quale riposano le sue spoglie e quelle dei parenti, arricchita da un mosaico dorato. Peccato solo che l'edera, cresciuta rigogliosa, copra le scritte incise sul monumento in ricordo del garibaldino, il cui nome figura pure nella sezione del museo civico di Como dedicato a Garibaldi.
Non si hanno invece notizie del generale Luciano Merlo, morto nel 1909 a 68 anni; anche la sua tomba è presente all'interno dell'ala più antica del cimitero barzanese. Avvolta da edera e muschi, negli anni è stata pure sottratta la sua fotografia. La sua identità è tuttavia avvolta nel mistero: non vi sono informazioni certe sulle ''imprese'' di quello che è stato presumibilmente un militare, originario o comunque residente per un lasso di tempo, a Barzanò.
Un'altra serie di curiosità storiche probabilmente sconosciute ai più. Ribadiamo l'invito, rivolto ai lettori, a segnalarci altre eventuali ''presenze'' nell'intero territorio, che potrebbero esserci sfuggite utilizzando i consueti canali:
redazione@casateonline.it (email) e 340/9574011 (whatsapp).
G. C.