Barzanò: Mons.Navoni tiene la conferenza su ''L'ultima cena''
Per celebrare l'avvio del secondo anno delle lezioni dell'Open University di Barzanò, si è tenuta martedì 8 novembre presso il liceo linguistico Parini, la conferenza "L'iconografia dell'Ultima Cena, dall'epoca paleocristiana a Leonardo da Vinci. Arte e Teologia".
Di fronte a un pubblico attento e interessato, Mons. Marco Navoni, già invitato lo scorso anno per due incontri sul Codice da Vinci e sulla Biblioteca Ambrosiana, è riuscito a indagare e a mostrare come le rappresentazioni della Ultima Cena siano cambiate nel corso dei secoli nell'estetica cristiana.
"Le prime raffigurazioni di quell'episodio della vita di Gesù Cristo risalgono al VI secolo. In particolare ricordiamo gli esempi di Ravenna e Rossano Calabro. Entrambi sono accumunati dall'utilizzo del modulo bizantino: il Signore Gesù è posizionato all'estrema sinistra del dipinto e lo si riconosce dall'aureola e dagli abiti purpurei. I commensali, invece, sono disposti sdraiati intorno al tavolo secondo lo stile romano. A differenziare le contemporanee rappresentazioni è il fatto che, a Rossano, identificare Giuda è molto semplice, mentre a Ravenna è una figura più sfumata" ha spiegato il prelato, aggiungendo come la stessa modalità iconografica, cioè Cristo ben distinto dagli altri e con una tavola semi circolare, si sia conservata nei secoli, almeno fino al 1400.
A partire da quel secolo infatti, "si impose un modulo nuovo in cui gli apostoli sono in ginocchio e pronti a ricevere la Comunione. Inoltre anche la figura di Giuda assume un ruolo sempre più rilevante all'interno dell'opera, venendo a identificarsi come l'antagonista di Gesù Cristo con caratteristiche fortemente negative".
In conclusione Mons. Marco Navoni ha spostato la sua attenzione sulla celebre "Ultima Cena" di Leonardo da Vinci: "Leonardo fu capace di spostare l'attenzione dal tavolo dei commensali ai ruoli e ai soggetti dei personaggi raffigurati. Si può dire che Leonardo dedicò un grande interesse per la loro psicologia, celando nei singoli particolari significati e riferimenti inaspettati'' ha affermato il religioso.
Di fronte a un pubblico attento e interessato, Mons. Marco Navoni, già invitato lo scorso anno per due incontri sul Codice da Vinci e sulla Biblioteca Ambrosiana, è riuscito a indagare e a mostrare come le rappresentazioni della Ultima Cena siano cambiate nel corso dei secoli nell'estetica cristiana.
Monsignor Marco Navoni
"Le prime raffigurazioni di quell'episodio della vita di Gesù Cristo risalgono al VI secolo. In particolare ricordiamo gli esempi di Ravenna e Rossano Calabro. Entrambi sono accumunati dall'utilizzo del modulo bizantino: il Signore Gesù è posizionato all'estrema sinistra del dipinto e lo si riconosce dall'aureola e dagli abiti purpurei. I commensali, invece, sono disposti sdraiati intorno al tavolo secondo lo stile romano. A differenziare le contemporanee rappresentazioni è il fatto che, a Rossano, identificare Giuda è molto semplice, mentre a Ravenna è una figura più sfumata" ha spiegato il prelato, aggiungendo come la stessa modalità iconografica, cioè Cristo ben distinto dagli altri e con una tavola semi circolare, si sia conservata nei secoli, almeno fino al 1400.
A partire da quel secolo infatti, "si impose un modulo nuovo in cui gli apostoli sono in ginocchio e pronti a ricevere la Comunione. Inoltre anche la figura di Giuda assume un ruolo sempre più rilevante all'interno dell'opera, venendo a identificarsi come l'antagonista di Gesù Cristo con caratteristiche fortemente negative".
In conclusione Mons. Marco Navoni ha spostato la sua attenzione sulla celebre "Ultima Cena" di Leonardo da Vinci: "Leonardo fu capace di spostare l'attenzione dal tavolo dei commensali ai ruoli e ai soggetti dei personaggi raffigurati. Si può dire che Leonardo dedicò un grande interesse per la loro psicologia, celando nei singoli particolari significati e riferimenti inaspettati'' ha affermato il religioso.
A.P.